RIFLESSIONI
Sull’Indole, e sulle Caratteristiche del Dialetto Napoleno, e sulla Grammatica di esso.
Della Pronunzia.
N
On è sembrata a molti strana opinione il credere, che siavi nella diversa organizzazione de’ corpi delle razze umane (che certamente dipende assai dal suolo, e dal clima, ove abitano) qualche intrinseca, e natural connessione col linguaggio, che parlano. Quindi hanno immaginato, che i nervi, e i muscoli delle nazioni abitanti i climi rigidi, trovandosi più tesi, e intirizziti dal freddo, producessero suoni aspri, e disarmonici, e sibili quasi non diversi da quelli, che ciascuno fa, allorchè trema per soverchio freddo. Che per contrario i popoli delle nazioni aduste dal soverchio caldo inclinassero ai suoni gutturali, e mal espressi, e simili all’ansante, e grave anelito di chi lasso dalla noja, e dal caldo, cerchi rinfrescar l’interna arsura.
Checchè siesi di queste ingegnose teorie, che non solo van ricercando l’origine del suono de’