Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/139

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DIALETTO


III. Jesce jesce Sole,
      Scajenta Mperatore,
      Scanniello mio d’argiento,
      Che vale quattociento;
      Ciento cinquanta,
      Tutta la notte canta,
      Canta viola
      Lo masto de scola;
      O masto, o masto
      Mannancenne priesto,
      Ca scenne Masto Tiesto
      Co lanze, e co spate
      Da l’aucielle accompagnato.
      Sona sona zampognella,
      Ca t’accatto la gonnella,
      La gonnella de scarlato;
      Si non suone, te rompo la capo.


Malgrado che in questa canzonetta, che ancor oggi i fanciulli cantano, vi s’incontri più rima, che ragione, vi traspare però quell’innocente allegria, che regnava in que’ secoli rozzi, ma non del tutto infelici. La crediamo de’ tempi di Federico II. Imperatore. Eccone un altra dello stesso calibro.

IV. Non chiovere non chiovere
      Ca voglie ire a movere
      A movere lo grano
      De Masto Giuliano.
      Masto Giuliano
      Prestame na lanza,
      Ca voglio ire Nfranza,

Da