fra gli altri suoi componimenti uno, detto: dal volgo di essa Città, Gliomero, nome conveniente all’opera in cui si raccolgono tutte sentenze, e voci goffe del parlare antico Napoletano, con digressioni molto ridicole, segni non oscuri della fertilità dell’ingegno di esso Poeta„. Colle quali parole lascia in dubbio il Crispo i lettori, se lo Gliomero del Sannazzaro avesse ad annoverarsi tra le poesie Liriche, e Ditirambiche, ovvero tralle Drammatiche. Ma il Chioccarello nella sopraccitata opera manoscritta più chiaramente parlandone, ci toglie da ogni dubbiezza, scrivendo così: Carmina quoque materna lingua, ac rudi Neapolitana ad risum provocandum aptissima edidit ad Federicum Regem, que Glomeros appellavit, et Comedie loco eidem Regi, ac proceribus exhibita sunt, adhuc manuscripta circumferuntur.
Da una nota, che Giovanni Antonio Volpe appose alla farsa Toscana del Sannazzaro, pare, che si vada a comprendere, che a lui fossero state dal chiarissimo nostro Matteo Egizio insieme con quella farsa mandate le copie manoscritte anche dello Gliomero, e delle altre opere Drammatiche del Sannazzaro: ma egli credette ben fare a non pubblicarle, spiegandosi, che a lui pareva „che sì fatti componimenti riescono poco onorevoli ai loro autori, i quali certamente non gli fecero per trargli lode, o per pubblicargli, ma ad istanza di signori, o di amici, dettandogli in istile umile, e popolare, e non curandosi molto di limargli, o di ripulirgli. Di tal maniera ne abbiamo alcuni altri del medesimo autore presso di noi; ma
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