Come Virgilio per arte magica levò lo malo aere da Napoli. Cap. XVIII.
In ne la qual Cità per l’ajero de le Padule in quel tempo si era gran habundantia de musche, in tanto, che quasi ingeneravano mortalità. Il sopradicto Virgilio per la grande affectione, la quale haveva a la dicta Cità, et a li soi Cittadini, se fè per arte de Nigromanzia una mosca d’oro, et fella furgiare grande quanto una rana sotto certi poncti
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non è tutta colpa del povero nostro cronista. Deriva da quell’oscurissimo, non men che famoso passo di Solino al lib. 11. in cui si legge: Parthenopem.. quam Augustus Neapolim esse maluit: passo, sul quale hanno i nostri eruditi sudato lungamente invano a trovarvi un senso ragionevole, senza avvedersi, che tutti i compilatori di grandi opere, di Lessici, di Trattati Universali inciampano in errori, e che gli attuali Enciclopedisti (che a parer nostro vaglion più di Solino) non han potuto evitare d’inciampare a dire, che Palermo era una città distrutta, e prender altri abbagli non minori. Questa impeccabilità degli antichi, che gratuitamente ci abbiam ficcata in capo, oh quanto inchiostro ci ha fatto malamente logorare! Che poi Angusto avesse contribuito a far rifare le nostre mura è un fatto, che rilevasi da una antica iscrizione rapportata da’ nostri crittori.