tio, sèi figlio di mio fratello , « voglio aju- tarli. Dimmi ciò che li occorre*!
Jjop. Caro sig. £io, sappiate che io in Cremeria ‘ amoreggiava con D. Anna, sorella drD.Gió* •‘‘vóhni d’ Alverado>V : .quegli -.appunto cui -ho preinteso che vol‘eya‘<e,dare miaJCugina in ispo- [a, e trovandomi a parlar seco una notte sotto ,J le finestre , fui sorprèso da un' altro seno tra- fello, il quale avendomi aggredito, io con un c colpo di spada io st-esi'.muto al saoR>.‘
Mf. Bravo. Od ora che vorresti?
/^op: Ho inteso che i pareikti del defunto voglio- ‘ no fare su di ne vendetta, per cui mi vengo a buttare fra le vostre' traccia implorando ajulo, soccorso, protezione* *
• 4lf : Non posso negarti, che mi verrebbe il pen- ■ siero di abbandonarti al loro furore, ma per- t ©hè sei sangue mio , non -4 e fo. .Rimanti qui in càsa mia , Che si vedrà alla meglio come rimediare si sente iussprc. a a veder Co*
- v fdnibina chi sia; - * 1
dot. Mo vaco, via- ['■ ,
fop. Caro Zio, io latito ve ne ringrazio, e ape- 4 ro per vostro mezzo/. > ?
-: i V, • ^ SCENARI.' ’f
^Colombina , poi D- Giovanni , e ditti .
Allegrezza si Patrone. JE venuto D. Oio*
<! vita nò. • ‘i T ’ '• ‘ ' ' ** '
W^.' Cóinel Dr.Ginvanni 1 Si vada ad incontrarlo. iGto. Riverisco questi Signor». * ..K. »o
^CrChe bello gióvene ! ) ' ' •/’*>
Jllf! Oh riverito D. Giovanni . .
\Sio. Perdonate. D. Giovanni io uon sono ,\ »»
- 3 beu$à Pulcinella il suo servitore»
Alf. E d.oy’ è il vostro padrone ?
Grò. Stà tiiotttandd le scale.- <■■■[- > • ’V V *-
Alf. Presto D. Lopez , elitra da mia figliar, e ' 'fa che qu> saporii' j a ricevere lo sposo. l Éiop. Vado, entrò. :* * * ’ ’
Alf, lo r*d» ad incontrarlo ; ho che giorno di