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Paggena:Altavilla - Pascariello e Pascalotto.djvu/78

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Leo. Troppo giusto: io mi sooo ridotto nel numero degli accattoni; ed ho esercitato con piacere questa libera professione, trattandosi <T aver fatta un’ azione convenevole ai sani principi innestati nell’ animo mio dai miei maggiori. Signori, sentite s’è cosi. Mi porto in Napoli con mille ducati per commerciarli secondo’ i vostri ordini; (ad Ans.) mi si tenta un furto, e per 1’ esecuzione del quale

10 doveva restar vittima: una giovane mia lavandaja penetra la trama ordita, me ue rende avvertito, e mi salva da un assassinio.

11 mio cuore sente una viva impressione per un tratto sì cordiale, ed obbliga il ciglio a fissarla con compiacenza. La guardo, mi

„guarda; le rido, mi ride; l’offro la mia mano, mi si risponde — non posso, sono una miserabile orfana, non ho niente, vivo con miei onesti sudori. —Tal risposta maggiormente mi penetra e risolvo subito d’impalmarla. Scrivo al mio genitore qui presente e accettante, mi si riscontra negativamente avendoci destinato ad una ereditiera: rinnovello Ja mia istanza con eccessive preghiere, si usa silenzio, e quindi $i verga la sentenza — o venite, o v’abbandono eternamente. Io credetti bene d’usar l’atto rispettoso ed impalmarlavper non espormi ad un eterna maledizione,

Ans. Maledizione!

Leo. Tanto è. Il nostro carteggip è duratp per lo spazio cji otto mesi: in questo tempo,ìq ho sempre praticato l’abituro della mia povera fidanzata; tutti sapevano la ipia intenzione; come.(Junque potava retrocedere? come poteva soffrire che la ìndice espone»