Leo. Potrei ripetere la pontone sali’ ima de(U estinta genitrice, ma trattali d’ armar lite contro 1’ autore de’ miei giorni; ciò eareb» be imponibile,, per cui necessitas non lubel legem, e si profitta spesso deli’ altrui commiserazione.
Pan. E bravo! mi è a cuore la rostra affezione j si; non conviene litigare contro il vostra genitore: ma perchè non re site puoeto a sservì?
Leo. No, non sarei capace,, figlio d’an gale» tuomo metterei a... no, no. Di aerireM piuttosto, ma la gftventà ò moltiplicata e poco si trova a lare, perciò bo eredato ben» di ricorrere..
Pan. A Spippe, Spoppa e Spuppa. (tra tè) (Po. vero diavolo 1 me fa compassione I)
Leo. (scherzevole) Prego vi intanto di ramioen. tare spesso che siete mio cliente; per coi ogni qualvolta ehe dovete...
Pan. Comprendo, comprendo. Ah, ah, ah! si. gnor avvocato, godetevi quest’ altra pena per amor mio.
Leo. (V accetta e risponde con insinuazione) Non so ehe dirvi, il Supremo Giudice sa Sri compensarvi di sì generosi tratti# razie, grazie, buono amico, (entrando nelt albergo dice tra tè) (Vi ehe cchiaechiarella efficace che se trova 1) (via)
LeOi Se ogni qualvolta mi capitasse un simile incontro, avrei più incoraggiamento aU’esereizio della mia professione. Si tratta d’una piastra ed un tari. (nelt atto che eontetnpia It monete comparite» Pulcinella)