Rae. Papà, che ccosa è P avite vinto se milia ducale, e state accossì de mal* timore.
Pan. Cbe ssacciol sto accossì sbrogliato...s’ap* prossema lo sposalizio deClorinda, e...
Rae. Embè?
Pan. Lo core noa me batte quieto dinto a lo pietto... ah! quanto costa a essere padrei cierte bote, penzanno a’ ccbesto, me sento fa li ccarne pecàne pecùne! (entra nelTin* temo )■
Rae. Lo core te parla ( e non dice male, ma ncè lo cane corzo pe mmiezo; nCe sta la vigilanza de Rinaldino, e ttanto basta.
( entra appresso )
SCENA IV.
Ebhico, indi Teofilo vestito come nelV atto secondo, poscia Clokmda e detto.
Err.. Che intesi? Clorinda questa sera si farà spòsa del cavaliere! dunque ogni speranza è svanita?..(r<>«/a in un angolo pensieroso)
Teo. ( comparisce dalla porta di mezzo, rimane inosservato nel fondo, e dice tra sé ) ( Eccolo furibondo, non è il punto questo di svelarmi, bisogna pria conoscere ogni suo movimento. )
Ciò. (rendesi visibile dalle stanza e sottovoce dice ad Err. ) Errico mio, che cos’ è? m’ è fatto sta xnpenziero...
Teo. (tra sé ) ( Costei dev’ essere la civetta che
lo ha ammaliato. )
Err. Ed hai cuore di profferire ancora il mio nome! non ti sei persuasa di cancellarlo dalla tua mente!
Ciò. Che ddice?
Err. Sono adempiti finalmente i vostri voti. Questa sera sarete la sposa del cavaliere.