Rin. Ma ch$? non si oppone mai a ciò cbe fa
il principe suo amico; e poi, essendo questi signori persone di qualche merito, è..
Nic. Grazie all’ E. V. (per baciare la mano)
Rin. (rifiutandosi) Non serve, non serve.
Nic. (persistendo) Perdonate, è mio dovere! (bqcfundo la mano fa le sue osservazioni) (Gnorsì, Chisto è lo puorro, e tiene pure t- lo ntevo nfaccia a la recchia: Rinaldo è tuanò de palla!,)
Rin. Attendete, attendete cbe ora verrà S. E. (entrando -dice tra sè) (Il mio cappello è dèntro; bi$ogaft uscir subito altrimenti sarò perduta!) (ttóa)
Pul. (a Nic.) (Ne, chedè?)
Nic. (Niente; bonora!) (a rin.) Fanime finezza, chi princepino è cchisto?
Vin. Lo princepino Misce-misce, so dduje mise che pratica sta casa.
Pul. Ne chedè?
Nic. Niente.
Pul.
Nic. Ma la signora lo conosceva primmo?
Vin. Quanno maje! isso-s’ è presentato e ha ditto d’essere tale.. \
Nic. Ma che Sa dinto a sta casa?
Vin. Spacca, pesa, cotnmanna, afa to’ ccèrto è che mmagna e bbeve franco da meglio a mmigltò.
Pul. Articolo chiù essenziale inserito nel galateo del 1850.
Vin. Uh! spontala patrona; priesto,priesto, situatele sotto a la porta comme v’ aggio ditto poco primmo.
Pul. Sotto a la porta! e oche la patrona tcj’ è , ssora a lo terramolo?