Don. Sapete molto bene cbe ognuno di nói ha i suoi amici, e tra questi havvi qualcuno cbe per omogeneità attirasi una particolarie confidenza. La lettera da voi rinvenuta nel, mio scrigno, allorquando io toi son condotto nei gabinetto per dare assestò alla tolette, è stata appunto composta ad istanza di un ntìò compagno privo di studi. f tan. Come! là lettera noa è vostra?
Don. Mano, afe no: compiacetevi di’osservare ch’è senza firma. ’
Lau. -Lo so benissimo, se è na abbozzo; leggi leggi, principino! (gitela consegna)
Rin. (legge) « Rachele mia;.dietro il piatolo dic verbio di questa mattina’ in cafra del coqbft positore, non voglio augurarmi die siate i in collera con me, perche sarebbe to stesso ’ che cagionar morte ài mio cuore, to giurò i di palesarvi tra breve i miei ragguardevoli « natali...
Lau. (con sìgnificató) — RagguèrdeveK totali!.. Dòn. Ben detto perchè l’amico mio è \m contè.
Lau. (a Rin.) Avanti, avanti.
Rin. « E sono sicuro che là signora zia ’/dònna di <t merito...
Lau. (e. s’)—La signora zia!...
Don. Taqto è; il contino ha la zia, lo zio e tre cugini. Rin, « La signora zia, donna di merito è rigpetc tabtie vecchia...
Lau. (a Rinaldo) Replicate, replicate quèsta fra se...—nonna di merito...
Rin. « E rispettabile vecchia...
Lau. Il vocabolo vecchia mi disinganna; si, bai ragione: questa lettera non appartiene a te perchè talè denominazione dovrà spettarmi da qui a 20 anni. £ vero principino?