Paggena:Altavilla - Na cena a la cantina siciliana.djvu/42

'A Wikisource.
Chesta paggena nun è stata leggiuta.
— 42 —

ATTO TIRZ0

Interno della cantina siciliana. Nel fondo è la porta d9 epurata; al di fuori vedesi lo smercio del pesce fritto e melanzane; più osservasi il venditore e la gente che compra. Alla driHa vi sono vari ripostigli di vino, ed un panconcino nel fondo, sol quale si osservano le di▼erse misure,di stagno per,misurare il Tino agli avventori a secotfda de gii ordini. A sinistra similmente in fondo una quantità di vivande poste’ simmetricamente in piatti a mostra del pobblico.Nel d’intorno tavolici eoo marmi e corrispondenti sedini, il lutto con la massime decenza, t’ (nominazione.è a gas.

SCENA I.

Venditore del pesce, ed avventori ignobili alt ’• sterno. Due decenti avventori mangiane e Nicola, Pulcinella e Gaspark, senza baffi e cori giacca, sono in tenti a servirli. Similmente Anselmo seduto a dritta corseggia il vino, e gode delle strambeziè che succedono nel detto locale. In un sito nel fondo uno scribente col corrispondente registro che nota le pietanze che recànsi agli avventori.

Av.ign. Damme quatto rarta de pesce.

Altro Tre gratìa de pesce, e ttre mulignane fritte.

Ven. Le quagghie si vennano na priihbica l’una.

Av.ign. lo non voglio quaglie, voglio mulignane.

Ven. A lu paise nostro si chiamano quagghie.

Av.ign. A lo paese nuosto se chiatiimane mulignane.

Ven. Quagghie, quagghie.

Av.ign. Muligaaqe, jxtuligoane. (contrastando)