Paggena:Altavilla - Na cena a la cantina siciliana.djvu/40

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Lui. Sono... (nelprender V orinolo è’ avvede d averlo perduto) Oimè 1 l’orologio... ho perduto V orologio che mi coalava 100 duca’ti... mi assattsce un deliquio...abi l Tom. (tra sè) (Vi lo diavolo che coombioe!)

Ros. No, no, non ti prender collera » è rimmediato, è rimmediato, (entra)

Pan. Ma comme T avite perduto?

Lui. E io che so? mi dispiace ehe quell’ orologio era un ricordo di mio zio il principe Salatutto.

Ris. (ritorna con una borsa) Ecco cca cento ducati in oro ’ te ne comprerai un altro, basta che non ti pigli collera.

Lui. Sìa.tanto inconubodo... (conservandosila borsa),

Pan. (Addio, so mmuorto M 100 ducate 1)

Ros. Che incommodo...Voglio che lo contino mio alia 8eoipre allegro^sjtia sempre bene Oh 1 lo vado, dentro per preparare il tutto. Tomaia, k sQoaUtre pe sta sera; Pangra, gala finita! Anzi,anzi non facimmo senti.niente a nnisciuno, la cosa ha dda essere tott’assiemè. Sposino, tu sei il narciso di ì\o$ioa...Gare, coruccio, mio!’’ Avrò ri bel piacere di essere la tua inappellabile consorte, Addio^addio, nato caro, (entra).

Pan. Confi, per segno di parentela mpròntame na pezza. ’,.

Lui. Anzi, questa è una dóppia.

Pan. Mo facimmo lega assieme, vk(ira sè) (Ogqe r gghiuorno lo voglio smettere.) (entra)

Lui. (sottovoce e con interesse) Tommà, è nliso?

Tom. Tanto belk>; dimane a ssera lo sposalizio.

Lui. La carrozza?, ’ ’

Tom. È ali’ordine.; >