Paggena:Altavilla - Na cena a la cantina siciliana.djvu/31

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Panu. (flbbtva lo frate’ miouterittofvei^mmd d’ala» nore.) (a Ccci.).Hà ragioneB. Fiìipto, non eonviene’..

Fili. Amico, chi vi chiama ad interloquire?

Cec. (a Fili.)Le preghiere 4’un galantuomo non sì rigettano, entrambi così cortesi hanno.»

Fili. Non si doveva ricever ntàtta.

Panu. Ha ragione, ha ragione.

Fili. Amico, è la seconda, volta che vi prego.

Cec. Ier èera ricordati che...

Fili. Che cosa... che... mi tuoi veder morto!

Panu. (frapponendosi) Mena mo V&o ccose che ’ Racconciano.

Fili. Ma questa non mi^sembra educazione...

Panu. IS,1 zi, non ve nzarfàtè. (tra sè) (lo.tt’agglo da seorgere buono buono, e ppò mmepale80.)(entra à dritta)

Fili. Sàì che sono delicatissimo in quèste còse, e... ’,. ’ •;

Cec. Via via, credeva che non te ne saresti offeso, non se ne parli più.’ Questa sera.verrai alla cantina siciliana?

Fili. <3ome, come: un altro appuntamento! e chi spende?, to non tro denaro...

Cec. fi confinò eì cavaliere si sono compromessi di..

Fili. Coloro 1 no, non voglio che si vada,,noùvQglio. Diàmine! ^ammazzerei, t’ammalerei...

Cec. ’ Ma io che ho mancato?

Fili. Dirai che dei afflitta da dolor di testa.

Cec. Non conviene.

Fili.,Dirai che... dirai..’ insomma è bene inutile: io non ho danaro, e sedovessi condurti colà dovrei Sborsar per tutti.

Cec. Basta, la parola è corsa e non bisogna ritrattarla. (entra)