Cri. Oh! signóra locandieruccta; giacche vi siete vestita d’ un tuono drammatico, ora 1 vi si risponde col linguaggio della serietà. Primieramente voi avete obliato che si ragiona con Crisostomo Lenticchia, avvocato civile, il quale ha dato non poche pruove di sua abilità, e stando ad abitare nel vostro albergo, crede di dar onore, precisamente onore alla locdndiera: parlo cosi giacche la n^ia professione potrebb’ esser d’ utile a voi, a vòstri forestieri, a tutti; ed ecco che avendo in casa un germe del tribunale, solo per questa ragione sarebbe adattatissimo il silenzio sul mio rendicontò. Secondariamente, è mio assoluto principio, mia base fondamentale, d’essere perfetto manutentor della legge, e parzialmente quando trattasi di venire ad una esigenza individuale. La legge mi comanda... m’impone, pria d’ assoggettarmi al pagamento, di sapere quai titoli v’ assistono per far la locandiera;
Mar. Come?.
Cri. Dovete dirmi come fate la locandiera? eoa quai principi?
Mar. Con quelli di proseguire onestamente la stessa speculazione della piia defunta madre.
Cri. Si^mo fuori di quistione: con quali tnezzr intendo dire.
Mar. Con iin capitate accumulato dalla mia genitrice.
Cri. Capìiale? donde provviene questo.capitale? come la vostra defunta madre ha acquistalo questo capitale?., credete forse d’acealapparmi?