jamraove pparla quante meno può. (apronola porta e nell’ìiscire Raffaele dirige U suo discorso al di dentilo) «ddòj&te vuje,. chi voliteY Una voce. Sta tetterà.
Raf. (prende la lettera 4 legge) « AL siguor D. Domenico l’ albergatore’: sissignore’, (c. S.) sta lettera appartiene qua statere bene; Foce. Ve sò servitore.
Mine Auh! Rafaè, m’è data na cortellata!
Raf, Perchè? • ^
Mine T’ è pigliata la lettera, co li minane toje e mm’ è fatto perdere n’ accelienzia.
Raf. (infastidito) Oltt...leggiamo, venimmo de «2ia se tratta, (legge) • Amatissimo signore, a Allorchè stavate comprando i mobili nel « magazzino alla strada di. Chiaja, ebbi la « porte di vedervi per la priiha volta,’ e sep« pi per mia consolazione che siete solo di « famiglia,per conseguenza avendo voi: colpi« to il mio genio, vorrei offrirvi in isposi « Errlclietta mìa nipote, signora nascitur... Mine- Uh Rafaè me sposo a na nascitur! •
Raf. (c. s.) Oh!... (seguita a leggere) « Si« gnora nascitur. Noi verremo ad abitare « quest’ oggi nel nnovo vostro albergo, po ii trete perciò eoo arte, dare occhio alla fi sonomia di Errichetta; se l’impressione « vi sarà favorevole. finalizzeremo subito (•l’affare ed avrò così il piacere di stria gervi nelle mie braccia.
Mine Chi firma?
Raf. « U vosUo amico Bernardo Samba, guappi oascilur».