PtfLCM&LLA, Luigi ed Oronzio dalia J?. porta m dritta, quindi tutti gli altri attori a concerto.
Lui. Coraggio ’venite qui.
Oro. (sulla soglia della porta) No,no, ho ribrezzo; me metto da cca ncoppa. (comparisce al finestrino superiore)
(Luigi con un crivello impolvera Pangrazio da capo a piedi.)
Oro. E che sserve sto fi ore?
Lui. Per puriflcarlo da’debiti.
Pan. (tra sè-) (E ssi arrevato 1 nce vò no farina* ro sano sano! }
Lui. (con esagerata premura) Presto, presto, il moscato?
Oro. Mo ve lo faccio porta*
Lui. No, arrestatevi, lo verremo noi a bere, e quindi...
Oro. Ma perchè sserve sto jnuscato?
Pul. Perchè il nostro fiato ci possa -uscire con più sostanza, e quindi communicarsi al fiato di Pangrazio per iafiatarlote sfiatare chi ha dda essere sfiatato.
Lui. Pul.) Non si perda tempo: vieni, (entra per la suddetta porta ed Oronzio rendesi anche invisibile)
Pul. (con lepidezza a Pang.) Si muò, io vaco a bevere a la faccia toja, (entra)
Ans. (con prestezza esce dal suo luogo e dirige* si a Pang.) À voi ’calate.
Pan. (tutto infarinato } Tu che buò da me?
Ans. Presto, calate, o lo stile si porrà in eserciste,