Rob. (tra sè) (Restaurapelle I è precisamente la polvere di mio zio.) (*» mette nel fondo)
Lui. Quindi avrà qualche purgante.
Oro. Ah! nce vo lo purgante 1 (trasè) (Ch’ è cchello che ddiceva io;tenco lo s&ale inglese; mo che baco diato nce lo ddopco.)
Rob. (Questi dunque è il mio rivale?)
Lui. (ad Oro.) Intanto io vi lascio.
Oro. Aspettate, voglio.. (per accompagnarlo)
Lui. No, no, restate comod.
Pul. (trattenendolo) Cioncatevi, cioncatevi, signore; è lo stesso.
Oro. Cioncatevi 1
Lui. Vuol dire restate.
Oro. Il mio dovere è..
Lui. Vi replico restate, non voglio complimenti. Oro’Volite accossì? me ritiro per ubbidirvi. (s’in» china ed entra)
Pul. Ne, Luì; nuje avimmo fatto la primmaviseta, e non t’ è fatto dà nient’ ancora.
Lui. Zitto, lascia fare a me. (avviandosi s’incontra con Rob.)
Rob. (sottovoce e con mera rabbiosa) Signore, venite meco.
Lui. (intimorito) Oimè! voi...
Pul. (tra sè) (Oh! mo vene la primma esazione I) Rob. Senza dire un accento venite meco, replico.
Lui. Ma,.
Rob. Venite..
Lui. Rispettatemi io sono un professore.
Rob. Non alzate la voce: voi siete una bestia.
Pul. Bomprore!
Rob. E pruove convincenti attestamela vostr’ asinità. Venite!..
Lui. (retrocedendo) Questa è I..
Rob. Veniteli (lo afferra pel giustacuore)