mano in tasca e dice piano a Luigi) (Vi ca io non tenco (Danco no Nicola ocuollo, comme pago?)
Lui. (Seconda bestia!) (al vetturino) Quanto avanci?
Vet. Sè jornate, « 20 carrine a lo juorno so 12 ducato.
Lui. (a Pul.) Dategliene 18; sei glieli regalo per far conoscere chi è S. E. il dottor Tricchitrafruvolimbommistrutt.
Vet. (trasè)(Nientemeno che sè ducate pe bonamano!) Accellenzia scusate; io so ccon* tento de darve la carrozza a ccredito porzì pe no mèse.
Lui. Oibò: non ho bisogno della tua carrozza, non servono je tue bestie. ’
Pul. No, non servono le tue bestie, (tra sè) (Nce starnino nuje che ssimmo cchiù ggrosse.)
Lui. (a Pul.) Alons! soddisfate.
Pul. Subito; (mettendo la mano in sacca fè credere di volerlo pagare) ecco i 18 ducati!.. (al Vet.) Datemi mezza diciiica di resto.
Vet. Accellenzia non serve..
Lui. (a Pul.) Paga, paga, paga.
Pul. Pago, pago, pago. (alterandol’accennato movimento)
Lui. Altrimenti pago io.
Pul. No, pago io, (o fatelo pagato.)
Vet. È ttutto inutile: dimane ve roanno la carrozze, e a la fine de lo mese me pagate. Schiav’ oscellenzia l’via)
Lui. (a Pul.) Ah? sono un grand’uomo? domani di nuovo avremo la carrozza.
Pul. Ah! ah! ah!
Lui. Perchè ridi?
Pul. Quanto sì cciuccio tu e lo figlio de pateto.