SCENA V.
Giunge Madama Schevart sul cosi detto forgone portando i lacci del suocavallo, si ferma in• nanzi al magazzino.
Bar. \
Ale. i Madama, madama. (salutandola )
Con.;
Mad. Garzon, che resi là. (indica di mettere il legno a dritta)
Ann. (uscendo fuori del magazzino) Per Diana J Lazè eia! madama Sqevar! amica mia gapbada.
Mad. Annetta. (<baciandosi) Un momento. Garzon prenè le pen. (il garzone cava dal forgone le ceste col gane, e le conduce dentro al magazzino)
Con. (con grazia) Madama portevù blen?
Ale. (c. s.) Madama portevù pera?
Con. Zitto bestiaccia! Madama saluta il Contino, prende Ann. per mano e la conduce nel magazzino. La gentaglia si affolla.
Mon. Pazientate, (agliavventori)
Ans. A poco a poco. Uno della plebe, Paterne seje beroccele... Un servo. Dateme quattro scarlatte.. r Altro, 13 turine... Altro. A moie Ile pagnotte de no rano. Un cuoco. 24 pagnotte de doje rana... Altro. 16 de tre grana... Chi sale sulle sedie, chi urta. j$er»o. Non bottà... ' Cuoco. Guè ca tu mme scamazze.,,