Paggena:Altavilla - Duje figlie gruosse e uno piccerillo.djvu/19

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Biiearmahm'; il &eg>Koj»c» traarano dea’ o

te, aogae (fucilata mtainasMftiitfcK'per così dire dinto a la granoasei&^faMkifimrro maggiore.. Pò sto Generale mivjpii|OÌ|ef f» 1 ccamtnariero,eperl« mie daimeejiu aliti é parle mie gran disposizMMùv m»1 pMwrrpBfhia»^ re marmitte, cazzaròle, caccavelle dinto a l& gaa cofeina. PoseQ. te^diMÌ%Ua»^ questa carica è stata esercfhal&r een gelive eoraggio^non essenaeve o’ alM©oatófe;d»#i»aBP'S piò vagente di me.' Dovrò dunqaé'dfffiapftcare ta tnia Pasquft?

Lor. Pasqua!. ‘ Pul. Tu è ditto Natale, e-io aggio’ ditto Pasca.'

Gia. Ah, ah, ah!

Mar.

Lor. (con giovialità) Questo scioccone età il sollievo dei -imo generate, e dicendovela schietta,'io k> stimo al pwd’un- fratello? egli clovrà essere sempre ’1 BJitf fiàncoessendo stato lo stramento della mia fortuna, per<Sbfrsi prese cura d’intromettermi nella casa del mio amabilé benefaitore.Guacdatelo;è sciocco fatuo, melenso... ma di buon cuore, vero simbolo di fedeltà. - Pul. (inchinandosi) Voi mi fate imbrodacchiare,, per carità

SCENA V.

Rocco e detti. Roc. Signò y la carrozza s'è acconcia ta, quanno volite partì simmo leste. •. i Lor. Un momento, precedimi., ^Bocco,esse) Amato giovane, fatemi veder qualche V0itra,(§> voro, vorrei comprarlo.