Paggena:Altavilla - D. Ciccillo a la fanfarra.djvu/67

'A Wikisource.
Chesta paggena nun è stata leggiuta.
— 67 —

là; vi presento la vostra lettera inaiatami. (gliela mostra.)

Ono. (osservandola) Precisamente, non vi corre dubbio.

Ser. Voleva far disgiunè?.<•’

Car. Gol, e die vi siano vini poderosi...

Ono. Vini! vini! vero nipote del defunto; portatissimo pel bicchiere.

Car. E voi?...

Ono. Oh I noo vi corre spiega, si siol dire che il vino è il latte de' vecehi.

Ser. E pperciò de lajornata D. Onofrio ne sta vinticinc’ ora mbriaco... (via ridendo.)

Ono. Oh! oh! ubbriaco! ecco il linguaggio del rozzo!... allegro, vivace, brioso.

SCENA IV,

Pulcinella e detti. >

Pul. (con tuono dice ad Onofrio) A voi, mon,zù scarrafon, entrate dentro.

Ono. E purquà?

Pul. Purquà sgemuà aggio da cefolià,

Ono. Ma io sono un aolaro.

Pul. E come notaro ritiratevi nel protocollo, altrimenti con-un calcio vi fracasso la curia.

Car. Ve ne prego...(ad Onofrio)

Ono. Pregare? voi comandate ed io mi pregio di ubbidirvi, riserbandomi a vuotare una bottiglia di Lunelle alla vostra salute. («’ inchina ed entra.)

Car. E cosi? (a Pul.)

Pul. Oh sì patrone mio, e che bella cosa! tanto ch’aggio fatto, tanto che aggio ditto, che nini’ è riuscitilo de trova la casa de Rosa, Nicoletta, e Ccatarina.