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Paggena:Altavilla - D. Ciccillo a la fanfarra.djvu/65

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Ele. (Oh che ffortunal)

Pan. Jammo mo a la Barra a ppiglià po«sesso de lutto.

Err. Sì, andiamo; e còsi scorgerete che l’animo di Errico aspira solo ad acquistare ma giovane avvenente, di baoni coslumi, ancorché priva di dote.

Pan. (unendo de destre di Eleonora e <f Errico) Alla Barra1, o coppia fortunata!..... alla Barra. Voglio, e desidero che la vo' sift tutta Barrajuola; acciocché i miei nipoti Barratoli possano unirsi af n.oni|a(). Napolitano, e faremo così im dolcissimo innesto fra la provincia di Napoli e la gran città della Barra.

Err. Ah, ah, ah! (viano giubilando.)

Ele.

SCENA II.

Splendidissima Sala.

Onofrio notaro ed altro servo, indi Carlino.

Oro. Non ardite voi di metter bocca a quanto io dispongo, altrimenti sarete espulso da questa casa, capite?

Ser. lo non metto vocca a cchello che ffacite, ma serve pe ffarve riflettere che Jo nuovo arede, lo patrone che gghiarrimmo a ccanoscere, non s’ha dda ricevere co cchilli complimenti che avite vyje preparalo. Che ncianno a cche ffa li viae furastiere?

Ono. Bestia! bestia.! bestia! il vino buono è il più soave nettare.. J

Car. (al di dentro) Ehi!