Gen. No momento,.no momento. Vost* accellenzia stammatina co cebi ha parlato?
Pan. Co sto signore.
Gen. E ohe ll’a?ite ditto?
Pan. Che (Bgliema era stata promessa a D. Carlino Torroncino.
Gen. E sto signor Torroncino addò sta?
Pan* Lo sto aspettando-.,
Pandi (O Pwg.) Accellè, lo *è carrine.
Gm ZittQ tp.7 « Panff.) E ssi sapissevq eh* è
,• gnwMitQ,?- ^
Pan' L'^raociarrì», e lo prewaUrrì» a ffi ? Sepa.,t
giubilando) Va bene. Eccellenza, Donna
. Idopor«?
Pan. Tu che bonora faje?
Gei). Ih!... Doqna Lionò?..
Pand. (a Pang.) Accellè, lo sè canine.
' Pan. Vi odmm’ è 2zecca chist’ auto! Mie. (senz'avvedersi di JSrricg) Che cos’ è?
Gen. (mostrandolo) Ve garbizza sto galaatommo?
Ele. (sorpresa) Che1
Gen. Senza complimenti, ve piace?
Pan. (.a Gen.) Ma lu che bonora affostielle? Gen, Ih!, i
Pand. Accellè, clìillo...
Pan. (infastidito V Oh!
Gen. (ad Eleo) Dicite,, ve piace?
Ele. Sicuro, ma perchè?
Ert*. Vìa, non si perdano più ciarle inutili. Sappiatelo, io sonò Carlino Torroncino.
Ele. Voi!
Pan. Voi l e perchè questa mattina non vi siete dato a conoscere)
Err. Per scorgere se eravate intenzionato di dar vostra figlia in consorte a Carlino che sono io.