Ros. (c. a.) D. Cicci jate a Ut fanfarra!
Pan. (a Gennaro) Io mo vorria sapè chi è sto babbasone che se fìt coffià cca mtuieZo.(«Mrfe)
Gen. (fa sogno ad Errico di parlare con Eie* onora)
Err. (tra te) (Mi- trovo confuso...)
SCENA III.
Il garzone del caffè presenta la guantiera coll'occorrente a Pangrazio, indi Pandolmo venditoTe di canzoni.
Gen. Eccellenza, favorite. (porgendo il caffè, siede.a lui vicino)
Pan. (disapprovando) Oh l oh! tu sei una éjacca, io sono un abbigliè...,
Genn. (alzandosi) Perdonate, accellenzia mia.
Pan. (con artefatta -compiacenza) Ma, me fa* je complimento e meriti la mia. confidenza e protezione: assèttate: (Gennaro siede) s'r«tesserne però a Ttoleto non to permettanola. Eccellenza figlia, prendete il caffè.
(porgendo la tazza ad Eleonora)
Err. (alla-suddetta) (Permettete?).(indica di sedere)
Ele. (Servitevi.)
Err. (siede vicino a lei in modo dà nonfarsi scorgere da Pangrazio)
Ros. (àlie altre donne) (Sta cannéia mo la tenco co sfizio.)
Pand. (con là solita voce degli altri) Don Cicalio a la fanfara no ranilio U’ una.
Gen. Oh! viene cca; damme na quarantina dfe ccanzune.
Pand. B llesio, (gliele xonsegna) A no rano