Pop. E non ce trovate rimmedio?
Pan. Che rrinnbedio!...non ce voglio-fa niènte. A n'amico, mia pe ffarlé sana sto inmale, le metieltero la pasta de cantaride mpietto e ddinto a K rine: s’aprettono due sfoghi.
Pop. Essesanue?
Pan. Tanto bello; pe li ripe se nn'ascelle la podacra...
Pop. E ppe lo pietto?,
Pan. -Se nn’ ascette lo spireto.
Pop. Ab, ah, ab!
Err. (ritorna) Ve Dite cca chiano cbiano!...^ appoggiare Pang. al suo braccio) Vedile, uà ddinto nc’ è la poltrpna.
Pop. Pangrazio mio, apjjòjate pure a lo vraccillo de la baronessa.
Pan. Baronessa mia, che ddolore... che ddolòre!.. (entrano)
Ant. (si reca innanzi ridendo sgangheratamente) Un compilatore sarebbe a proposito per conoscere questo aneddoto e formarne articoli bizzarrissimi.
SCENA VII.
l * J ' ■
Mon. Manesil, indi Pclcimella y infine Giacinto, Gabluccìo e Menichiello.
Mon. Vedremo, vedremo chi la vincerà!..(nètP incontrarsi con Antonino resta sorprèso) Amico...,
Ant. (sottovoce) Zitto, sono inosservato.
Mon. Ed’ io ancora ini'presento qui inosservato. E quasi un’ ora che sono restato nascosto in una bottega per venire a giorno d’un certo imbroglio...