Anselmo — Tene core, non può fare altro che darle rangiata.
Felice — No limonata.
Anselmo — Darle ragione!… Qui… qui… qui…
Felice — Cacciate e capuzzelle.
Anselmo — Quindi, io conchiudo Sig. Presidente, voi che rappresentate la cestunia…
Felice — Mo aje ditto buono.
Anselmo — La… giustizia, se le dovete dare na pera… na pena, o chella ’e mammeta o chella ’e sorete… o che l'amalgama, e che l'assolva! (siede).
Antonio — Sig. Presidente, vi prego d’ascoltare gli altri testimoni…
Raffaele (legge la lista) — Michele Pascone. Avanti.
(Michele s'avvicina). Giurate di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.
Michele — Lo giuro.
Raffaele — Tu sei il servo di D. Felice Sciosciammocca?
Michele — Eccellenza si…
Raffaele — Che sai tu dei tuoi padroni?
Michele — Saccio che s’appiccecavano sempe.
Raffaele — E lo scaldaletto chi l'à posto nel letto, il marito, o la moglie.
Michele — ’A mugliera!
Amalia — Non è vero, Sig. Presidente!
Felice — Pss… Lasciate parlare il testimone…
Antonio — Lasciatelo finire.
Dorotea (a Gaetano) — Galantò, nuje po facimmo e cunte nuoste.
Gaetano — Perdonami. (tutti parlano e fanno confusione. Raffaele agitando sempre il campanello impone silenzio).
SCENA ULTIMA.
Usciere e detti.
Usciere — (gridando) Eccellenza, eccellenza.
Raffaele — Giacomì che d’è? (con interesse).
Usciere — È figliata ’a mugliera vosta!
Raffaele — A fatto ’o mascolo? (alzandosi).
Usciere — Nonsignore!
Raffaele — A femmena?
Usciere — Doie femmene!
Raffaele — 7 e 2 nove! Signori miei permettete, lassateme correre ’a casa, resta sospesa per un ora l’udienza. (p.a.)