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'O SCARFALIETTO

che m'à chiammata zantraglia!) A questo punto viene dal fondo Michele con Gennaro, quest'ultimo, porta un cabaret con entro mezza granita d'orzata. Michele vedendo il contrasto, situa Gennaro in un angolo della scena, dicendogli con gesti d'aspettare, va via pel fondo. Gennaro guarda i 3 maravigliato). Signore. ma c'ato vulite sentere ’a stu puorco!

Felice — Porco?! (a Gaetano: Signore ricordatevi che m’à chiaimnato puorco!) (poi tirandolo da parte) Signore, come vi chiamate?

Gaetano — (subito). (Mo me cagno ’o nomine m’avessa ncuità.) Nicola Coperchio!

Felice — Dove abitate?

Gaetano — Vico Mbiso N. 17 ( inceppato).

Felice — Benissimo, (va a scrivere l’indirizzo sulla tavola in fondo).

Amalia (tirando da parte Gaetano) — Signore, come vi chiamate?

Gaetano — Francesco Stoppa.

Amalia — E abitate?

Gaetano — Strada S. Teresa N. 80.

Felice (viene avanti) — Signore, potete andarvene, che domani parleremo.

Amalia — Signore, jatevenne mo, dimane parlammo.

Gaetano — Seh! State frische!... Chiste so duje pazze! (via pel fondo correndo).

Amalia — M'aje chiammata zantraglia?

Felice — Si, zantraglia, zantraglia e mezza (dopo altre parole a soggetto dei due, Amalia dà un forte schiaffo a Felice e via 1ª a s. — Pausa). (Felice tenendosi la mano alla guancia, si volta e vede Gennaro, quindi correndogli vicino l'afferra pel braccio e lo porta avanti). Aje visto? (mostrando la guancia).

GENNARO — Eh! aggio visto.

Felice — E ghiammonceme, jesce (trascinandolo in fondo).

GENNARO — Io aggia ’j ’a puteca, io aggia ’j ’a puteca!

(gridando, viano pel fondo).


Cala la tela.


FINE DEL 1º ATTO