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[p. 2 càgna]Uno studiolo di pittore. Quadri, abln>*juit«, un c«i| letto eou lavoro iniziato. A sinistra dello ipettatom tavolo a tiauco larga poltrona h bracciuoli. 1* inaura in tondo, 1 inune a destra.

K l’ora del tramonto.

1/ azione :

SCEHA !.•

Cesarina e Luisa

Cesarina, 32 anni, ma ne mostra di più, parecchi capelli grigi, molto pallido, vente con un poco di ciucila traacurag- gine voluta, poaetute, degli artisti; colletto batto: larga cra¬ vatta alar fai laute. Porta grossi occhiali opachi.

Luisa 28 anni, pallida, hiouda, tenue. È tutta un éorriio stanco e rassegnato che è più triste di una lagrima.

Ces. (con voce concitata e irrequieta: ha i gomiti pog¬ giati sui bracciali, la fronte chiusa nelle mani, il volto smorto abbassato). Vene?

Luis, (alla finestra in fondo). No’ ancora.

Ces. (impaziente battendo le mani sui bracciali). Uff A!...

Luis. L ”e ’a dà ’o tiempo (pausa).

Ces. Luisè...

Luis, (accostandosi a lui con dolcezza) Cesari...

Ces. (prendendole una mano, stringendola tra le .mr con voce supplice). Nun te scarda niente, me racco manno.

Luis, (con dolce rimprovero ponendogli una mano sul cupo) Cesari !...

Ces. ’O quadro ?

Luis. Sta la.

Ces. A lettera '< Luis. Dinto.

Ces. (a bassa voce, aroicimndo la faccia a lei), ^ui-in è ’o linimento a marina tu stessa, sa.

Luis. Nun ce penzà... [p. 3 càgna]

Ces. h allegramente sa. (ion voce tristissima).

Luis. Allegramente (con quet tuono speciale col quale si accontentano i bambini).

Ces. Che ora 6 ?

Luis, (guardando l'orologio). ’E seie.

Ces. A n’ato poco e fa scuro (con un sospiro pieno di brividi alzando la faccia al (irlo). An... Madonna mia...

Luis, (carezzandolo). Nun te mettere in apprensione; nun avè appaura!

Ces. Sperammo ! (attira a sè Luis, che si china su di lui e la bacia in fronte, sui capelli, pausa, con un sussulto conte ricordandosi). Va a vedè.

Luis, (alla finestra). ’O vi Hanno.

Ces. (trasalendo). Ciccillo ?

Luis. Sì...

Ces. Addò sta?

Luis. Saglie ’e scale.

Ces. Ah !... (si alza).

Scena 2/ Ciccillo e detti.

Ciccillo, 22 anni, bruno, capelli ricciuti, occhi neri, vestr come Cesare con voluta negligenza d'artista.

Cic. (entra affannando) Ces. (<andando verso lui). Ciccl...

Cic. (facendolo sedere). Assettateve... assettateve...

Ces. (nervosamente irrequieto movendosi con le mani, coi piedi, con le gambe, la voce strozzata dalla com¬ mozione). E’ venuta?

Luis, (a Cic. facendolo sedere). Assèttete.

Ces. E’ venuta ? E’ venuta ?

Cic. (affannando, asciugandosi il sudore). Si, si !

Ces. E addò sta ? Conmie sta ? Che t’ ha ditto ? T' ha dimandato ’e me ? (con ansia tormentosa).

Cic. (c. s.) Si... si... sta dint’ ’a carruzzella. Io so' ve¬ nuto p’ ’a scurciatora. M’ ha dimandato 'e vuie. Se credeva ’e truvarve ”a stazione. [p. 4 càgna]

Ces. (dondola tentarne ut r il cupo). ^ Cic. 'A primma parola cbe m na ditto. t Sesarinol -Nun s’è fidato.-Sta malato ?-No... ma non s’è an cora rimesso. — Forse la signora non glie I ha p*y messo ?—No... proprio... nun sta ancora buono, a lue ’o puteva fa male.-Be’... E nun ha ditto nient' aro Luis. Povera Ida ! Ces. E corame sta ? Cic. Ah... quanto s’è fatta bella! quanto s è fatti bella (icon entusiasmo). Ces. (melanconicamente). Nun era destinato. Cicci... Cic. (.sospira, s'alza, si passa una mano sulla fac> i va in fondo). Ces. (come scuotendosi). Be’... cu raggio, ilo tremmo sani sano). Luis. Stai tutto sudato ! (gli asciuga il sudore dal,a fronte). ^es' [1™P(Ì21 ^1— si— Cicci. corame steva vestita he. Lilla pallido. Ces. A capa ’ucoppa ? Cic. No. alla vergine. ■*s- 4 paglietta? Cic. Bianca, montata ’e rose. Ces. Sta culurita ? Cic. Si. (Un silenzio). Ces. (mette a posto tu setti,, n </,* nr,„o atta sua) Lui*i tu te ricuorde ? Luis. Ma te pare ! Ces. E Totouno? Luis. Sta di ut’ ’a carrozza. Ces. (con un sospiro). E accussl sia. Cicc. (alia finestra). A vi lloco... (si st ate il rumor* dei caca/li e della carrozza), rea. (balza in piedi con impeto) Ida! (fa uh passo, uat scuote sconfortato il capo c ricade sulla sedia: uh soff¬ iarsi affrettato del petto indica le lagrime rimèeritf*). Luis. Cesari.,. c a Ces. (scuote le spalle come per dire: E passato. 01 /<» fona). [p. 5 càgna]

Cic. Sta saglienno... sta saglienno...

Ces. Lui sè va...

Luis E tu ?

Ces. Me tremmano e1 gamme.

Scena 3.* Ida e detti.

Cic. Signori, favorite...

Ida {sulla porta) Cesari...

Ces. (ahandosi e tendendole le braccia con grido de V anima) Ida mia! (s’abbracciano strettamente. Il silenzio incombente è interrotto solo dallo schiocco dei baci c da un singhiozzare di gioia).

Ida, 22 anni, smilza, elegante, semplice: un pochino nervosa, parla a piccoli scatti.

Ida (staccandosi da lui che siede) Brutto I Bella cosa !

Bella cosa! Pecchè nun si venuto "a stazione?

C*s. (allegro, spigliato. tendendo verso lei la faccia, con tuono affettuosissimo. quasi a bassa voce) Pe’ te . fa arraggià... arraggia... arraggia...

Ida (baciandolo forte). Antipatico! (a Luis.) Oh buongiorno Luisè, cornine stai ?

Luis. Bene, e tu ?

Ida. Bene, grazie.

Ces. E chillo scarrafone ’e mariteto ? Chillo searrafonciello e figlieto?

Jdn Guè ! (dandogli col ventaglio sulle mani). Non tauta confidenza ! E viva a isso ! stanno buone...

buoue... a’ faccia toia (con mobilità). E tu Ciccl, comme staie ?

Cic. (commosso). Bene... grazie...

Ida Bene... grazie... che è nun simmo cchiiì amice ?

Cic. No... (vivamente) Io so’ sempe ’0 stesso io.-.

Ida (scuote -a testolina come per cacciare un cattivo ricordo). E tu. Cesari... francamente... come mi trovi, ah ? E franchezza guè... nun fa comm ’o solito 1 (/ [p. 6 càgna]personaggi sono disposti come segue. Luisa, Cesare, Ida, Ciccillo).

Ces. (squadrandola). Ppuh ! quanto te si fatta brutta! Stu lilla te sta male assai... e sta paglietta... Chi t’ha fatta sta paglietta? Ida. Quant’è brutto a essere catone !. Ces. Levate sta paglietta... leve... (Ida si toglie la paglia). Ces. Guarda guarda ! I capelli alla vergine... all’ arisi d ’a virginella.. ah ah ah., (ridendo), ìda Guè.. viecchio scuffato.. vatte a guarda tu quanto si bello cu st’ occhiale nire... (cambiando tuono) E nun t* *e lieve mai st’occhiale ? Ces. Pe mo no’ ancora: ’e tengo sempe che ce sta luce.. a! matina e 'a sera... Ida. Ma conta: comm'è stato? Che sa? P' ’e lettere ’ e ditto tanto poco... E po’ da nu tiempo a chesta parte ce vonno ’e tire e leva pe te fa’ scrivere. Ces. Comnfè stato ? (con leggerezza). Pih! Tutte quanto capitano a me.. Me cocco cu ’a febbre, chiamm’ ’o miedeco : che è? Influenza. Passa Pintiuenza... che è? Me vene sta malatia a ll’uocchie... Ida. Ma è perfettamente guarita? (con interesse). Ces. Perfettamente. E vide ca io lavoro.. Ida (alzandosi e andando al fondo). Ah bravo., famme vedè. Che è? Ces. Sss. (con caricatura). Arriva la critica d'arte !. Ida. Sicuro ! Che è tu pittasse meglio ’e me ? Ces. Ppuah.. Ida (guardando il quadro con l’occhialino . ammic¬ cando— s'avvicina s'allontana . si fa di lato per guardare e giudicare — sena), i n Beato Angelico ? Ces. (alzandosi c andando verso lei lentamente). SI che te ne pare ? Ida. Indovinato. Ces. E st'efletto ’e luce V Ida. Splendido. E’ viva quella luce della pupilla. Ces. Si. Irta. Ma chill’anKiulillo 1* 'ncoppa. Ces. Chiirangialillo V.