Paggena:Teatro - Salvatore di Giacomo.djvu/217

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SCENA PRIMA

La stanza dell’«Economato» nell’Albergo dei Poveri. A destra dello spettatore la scrivania dell’economo don Gaetano, sparsa di carte. Dirimpetto, a sinistra dello spettatore, la scrivania dell’impiegato Mazzia. In fondo due altre scrivanie, una a destra una a sinistra dell’entrata ad arco, che lascia vedere un largo pianerottolo e parte d’una tesa di scale che vanno in su. I ritratti del Re e della Regina, due grandi oleografie, stanno al muro, sulle scrivanie, di fronte allo spettatore: sotto quello del Re è un calendario da sfogliare. Accanto alla scrivania dell’economo sono il cestino per le carte inutili e una sputacchiera. Una porta a sinistra dello spettatore, tra le scrivanie di Mazzia e di Ferrentino. Una finestra, dietro la scrivania dell’economo.

Al levarsi della tela Mazzia scrive, sotto dettato, alla sua scrivania. Ferrentino e Varriale sono presso le oro tavole. Varriale ordina cassette in uno stipo che ha a destra. Ferrentino sfoglia un grande registro addossato a un leggìo.

Don Gaetano, Mazzia, Varriale, Ferrentino,

quindi Rafele

Don Gaetano

(passeggiando con le mani sul dosso e dettando a Mazzia)

«Ed essendo pressoché finite le sopracennate opere di fabbrica dalla Signoria Vostra comandate...» Virgola...