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Paggena:Teatro - Salvatore di Giacomo.djvu/11

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'O VOTO

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DECORAZIONE

Una piccola piazzetta al «Pendino». In fondo, tra due vicoli, la tintoria di Vito Amante. Drappi di ogni colore pendono dagli stipiti e da bastoni di legno sull'architrave. Per terra, davanti alla bottega, a sinistra di chi v'entra, è una tinozza. La bottega è buia; in fondo, un lumicino rosso palpita nella oscurità. Sulla porta due corna di cervo. Sulla bottega un balconcello con tendine bianche. Ai ferri della balaustra è attaccata una cassettina sopra cui è scritto Albergo della rosa. Al 3º atto un lume, che è dentro la cassettina, rischiara la scritta. Il muro giallo del palazzetto sotto al quale è la tintoria è tutto bucherellato da finestre. Il vicolo a sinistra dello spettatore finisce con una scala di pietra, dai larghi gradini. In principio del vicolo è un Cristo su di una base di mattoni coloriti, e ha davanti voti e lanternine. Sopra al Cristo è una cupola. Più in là è una fontanina publica.

A sinistra, sul davanti della scena, un piccolo e sporco palazzetto, dalla porta schiusa, davanti a cui son tre gradini. Sul portoncino una finestra con persiane verdi, di legno a stecche, chiuse.

A destra dello spettatore, pur sul davanti, la bottega di barbiere di don Marco. Sull'insegna è scritto Salone. Sedie e una scranna fuori la bottegga. Più in là il banchetto del calzolaio. Poco discosto dalla tintoria un Banco del Lotto.

È un tramonto d'Agosto.