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Paggena:Teatro - Menotti Bianchi.djvu/511

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Cannetella


(Appare come assorta in una meditazione lugubre. Guarda a terra, e nei suoi occhi passano fugaci lampi di ferocia. Sogghigna, come assaporando tuta la voluttà di una vendetta. Lancia uno sguardo verso la via. Avanza verso l'arco dell'Angiporto. Si sofferma, un istante. Poi, vinta dal suo proposito fermo, corre alla banca, prende il coltello che è sopra di essa, mormora con voce soffacata.) — No! Nun ce ha da i' (Sparisce sotto l'arco ed entra nella stalla. Dopo un breve silenzio si ode nell'interno un rumor sordo, seguito da un replicato scalpifio di cavallo. Cannetella riappare sotto l'arco. Getta il coltella sulla banca. È pallida, agitata, tremante).

SCENA X.


detta e Totore.


Totore


(Nell'entrare, è colpito dall'agitazione di Cannella. D'un tono preoccupato:) — Cannetè! Nun saccio comme te veco... Che te siente?

Cannetella


(Dominandosi). — Niente...