(Un mormorio pietoso fra gli artisti. De Muro fa gran forza su sè stesso, per proseguire nella lettura. La espressione del suo volto non è descrivibile.)
… Sono orribile, ma gli occhi sono belli ancora. … Addio, amore mio bello!… Che Iddio ti aiuti!… Sei tanto buono, e hai tanto sofferto per me… Povera Vicenzella, come è finita!… Bacia tutti per me: Mancini, Gianfranco, Antinori, Schettini… E sopratutti, Gigante… Digli che mi perdoni se facevo i capricci… Non ne farò più… Sono cosi brutta che nessuno me li farebbe passare… Ti bacio sugli occhi, sulla bocca, sulla fronte, sulle mani, e in ogni bacio è un poco del mio cuore, che è tuo, sempre tuo… solo tuo!…
Vicenzella…
GIGANTE
(che è seduto sulla panca, nasconde la testa tra le mani, — i gomiti puntati sui ginocchi, — e scoppia in singhiozzi)
Mancini, Gianfranco, Schettini van verso il fondo, per nascondere la loro commozione, — spalancano la porta, e si aggruppano sulla soglia dell’uscio.
Fuori albeggia. — Un’alba pallida e fredda — Nevica.
LA VOCE DI UN FANCIULLO
’A neve!… ’A neve!…
UNA VOCE LONTANA
(triste, a cantilena:)
Sparate!… Sparate!…
Suonano le campane a gloria. Gesù è nato nella notte cristiana.