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L'AMBIENTE:
Ancora nello studio di Peppino de Muro.
È la notte della “Vigilia„.
La malinconia della festa cristiana è nell’aria, nelle voci che arrivano di fuori, nell’atteggiamento delle persone.
Michele Gigante ravviva il braciere, Gianfranco siede sulla panca in fondo, tutto raccolto e silenzioso.
De Muro, seduto sul tavolo, che è in avanti, legge. Mancini e Schettini ascoltano, mangiano le castagne, e gettano le bucce lontano.
Mancano molti dipinti, molte stoffe, molti ninnoli. I cavalletti giacciono in un angolo. Intorno è, ora, un senso di vuoto.
Il lumicino ad olio illumina fiocamente le cose e le persone.
Sul tavolo poche castagne, qualche buccia, una bottiglia di vino, e i bicchieri.