Alle stoffe che dovrebbero ricoprire le brevi arcate delle porte, la buona volontà delle Signorine di Lorenzo ha sostituito degli ”ameni drappeggi di carta velina„.
Conferiscono decoro all’ambiente due grandi ritratti a fotografia, che son sospesi alla parete, in fondo: son, questi, due ”importanti personaggi„, di cui l’uno e togato, ― e l’altro brandisce una spada.
I due quadri non sono più racchiusi nelle loro cornici chè il culto delle memorie non riescì, un giorno, a frenare gli stimoli dell’appetito: Don Achille fu costretto a convertire in generi alimentari le due cornici dorate.
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Una piccola scrivania, nel fondo, ingombra di libri, di carte, di giornali. Un tavolo, a destra, in alto -sul quale è disteso un panno bianco. Una credenza a sinistra, in fondo, e una macchina da cucire, sulla quale vi è tutto quanto occorre per chi voglia esercitarsi nell’arte del ”traforo„. E questo esercizio appunto rappresenta una delle principali occupazioni del giovane ”Bebè„ - che, pur crepando di buona salute, - non esercita altro mestiere se non quello di ”genero„ del nostro don Achille di Lorenzo. Non dimenticherò, per la verità, che talvolta, è chiamato a far parte della ”clàcque„ a San Carlo.
… Qualche mensoletta, uno specchio veneziano, qualche fiore di carta, e tante e tante altre piccole cose onde la fervida fantasia delle ”meze cazette„ riesce ad ingombrare un piccolo ambiente.
Un lavamani con catinella è in angolo a sinistra, e un tavolo è nel mezzo, ricoperto da un tappetino verde.
Dal soffitto pende una “sospensione„.