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Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/7

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da un suo figlio malinconicamente pensoso) e di quell'
Uoccchie Cunzacrate con cui volli indicare le maggiori possibilità etiche del teatro dedicato al popolo.
Accanto a me, sulla medesima strada, deferente e fervoroso, era Aniello Costagliola. Conoscitore impareggiabile di tutta la scala degli strati sociali inferiori della Napoli d'oggi, della Napoli d'ieri, della Napoli storica, della Napoli morta e sopravvissuta nell'atmosfera oltre le cose tangibili; collezionista di tutte le favole, di tutte le leggende, di tutte le superstizioni, di tutte le stranezze pullulanti tra il Vesuvio e Posillipo fino a quando Posillipo e il Vesuvio hanno potuto difendere contro l'invasione della Civiltà crudele la più bizzarra e meravigliosa città del mondo; cultore e discernitore delle dovizie del nostro dialetto con la stessa paziente passione e con lo stesso acume filologico con cui Niccolò Tommaseo studiava e discerneva quelle della lingua italiana — Aniello Costagliola mise Napoli Napoli Napoli in ogni piega in ogni fibra in ogni molecola dei suoi lavori scenici. Ma anche qualche altra cosa mise nei cinque drammi qui raccolti, di non uguale valore, uguali nella forza e nella evidenza della loro interiorità. Vi mise la sua inquietudine: Vi mise la febbre e l'inchiesta della sua mente inquieta. In essi, attraverso la napoletanità viva e perfino esuberante della figurazione teatrale, si sente l'ansia di un'arte esploratrice dei più reconditi segreti