Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/52

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ta!... Io glielo dico ogin momento; ina quando gliel’hn dello c ripetili» clic posso?... (’omo vuol essere promosso se non lia pili

il cervello a posto?

— Non passa più tenente?

_Hel passo che va... uhm! -- ripetè lui masticando le parole e stringendosi nelle spalle.

_Se lui passa tenente vuol dire che diventa signore e non

mi vorrà più bene...

_Oh santa Filomena vergine... e scema, die il martire son

io! Quello non si scorda di voi neppure se passa generale!

— Ah Voi mi fate morire dalla contentezza! — K si resse a lui per ll0ll cadere: — Mi sento un nodo alla gola... Mi manca il respiro.... slacciatemi un poco il busto...

— Io? Voi scherzate?

— Chiamate Teresina... Aria! Che smanie. . Mi s’ento soffocare... Aiutatemi!

E piegandosi di botto sulle ginocchia s’abbandonò tutta sulle braccia del giovane, il quale, sulle prime, s’impensierì per sè stesso più che per lei.

— Filomena! Filomena! — supplicò gemendo a bassissima voce: — Per carità, per amor di Dio!... Voi altre donne a~ vete gli svenimenti a vostro comando... Se quelli di là vi veggono così, chi sa che sospettano... BraVa! Per ringraziamento mettetemi ora in un ballo!

Ma poiché vide che la giovane andava facendosi bianca come una morta, fu preso da tal panico timore ciré uscì subito dalle note sommesse e gridò al soccorso con quanto ne aveva in gola:

— Teresina!... Donna Francesca!... Maledetto chi non vi stura le orecchie!... Correte!...

E la sua, che non era la roca voce della Mariantonia, fu subito sentita fino in cucina da Teresina che, in quel momento, faceva andare il girarrosto; sicché, dando un balzo, lasciò ca dere sulla brace lo spiedo col culaccio di manzo. Portogallino corse a raccattarlo, quando già dava un acre puzzo di bruciaticcio.

L’ultimo a sobbalzare fu Don Tito, che aveva i nervi in ur coltrone di grasso; ma non per questo era addirittura un animale di sangue freddo; nè uno di quei preti che quando hanne abborracciata la messa credono d’esser fuori d’ogni obbligo loro. Travedeva per quella nipote.... E ^avendo in mano il borsoni con le palline della lotteria, le seminò lungo la via, che fec< quasi quasi di corsa...

E quando vide nientemeno Filomena mezzo svenuta tra b braccia di Gennarino, riuscì perfino a sudar freddo, senza pen aare a cambiarsi la camicia.

— Niente! cosa da nienle! — diceva intanto la Francesca — Filomena mia bella! Filomena mia; — gemeva TeresinJ ’— — ’ - -i- oh’ stampava in faccia all’amica.