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Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/47

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i»cr fontina Filomena, sbalordita come ora, non aveva afferrilo i’ st nso de,la I)arola dc‘ttaJ Ina chi l’avesse approfondita, sarebbe stato indotto a notare che quella fanciulla popolana aveva forine stranamente signorili.

J- La vostra «bocca è un covo di rospi! — continuò il giovane sciogliendo sotto voce una corona di contumelie: — che furie’ vi prendono contro questa povera creatura, la quale vi leva le crespe di su la pancia? E contro Donato, quell’altro per’ seguitato dal Ciclo? Nemmeno se fosse stato lui a mettere in croce nostro Signore?! Che pretendete?

— Il mio! il mio!

— Mordete come un cane arrabbiato solo perchè s’è innamorato? E se si è innamorato ha ragione!

— Ragione?!

— Sissignore! che volete?! E’ innamorato, è pazzo, muor’ ’ per Filomena, e non ci rompete più l’anima una volta per tutte!

La fanciulla dall’essersi abbandonata su di uno sgabello con le braccia pendenti che pareva un salice saltò su ritta in piedi di botto, come se una corrente elettrica l’avesse investita.

— Muore per me? — domandò soffocata dalla gioia: — Dite davvero che muore per me?

— Bella scimmia! — soggiunse Mariantonia indicandola:

— Puh! — e le sputò addosso.

E’ vero che Gennarino procedeva di corbelleria in corbelleria, ma, queirindemoniata ce lo tirava pei capelli. E lui vuotò il sacco.

— Muore! Muore! Muore per voi! E crepi chi non ci ha gusto! —- E facendo le vendette della fanciulla, botta e risposta, sputò addosso alla vecchia’

Intanto Filomena piangendo e ridendo abbracciava lui, che non badava a quegli abbracci, intento a mandare occhiate di fuoco e parolacce alla sua avversaria. Quando lui, per darsi importanza, si metteva sulla china delle ciarle imprudenti, non si arrestava a mezzo; ma ora si lasciò guadagnare addirittura la mano pel gusto di far mordere le mani a quella strega; e fece nascere più presto lo scompiglio, che s’era proposto d’assopire; buttò fuori tutto quello che aveva in corpo:

— Quello (cioè Donato) a momenti prende il fucile e si spara!

— Oh Madonna del Carmine! — gridò Filomena.

— E quando lo fa!? — chiese Mariantonia. — Questo è il mio voto!

Filomena avventò di sbieco a quella furia, un’occhiata feroce; ma subito poi, dominata dal terrore, si volse a Gennarino con voce spasmodica, supplichevole, lacerante:

— E voi noli gli siate con gli occhi addosso?! Che amico siete?

_Altro! — soggiunse il giovane: — Tanto che l’ho detto

e ridetto al capitano, che gli vuol bene come ad un figlio; e l’ho