Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/41

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_ N’avreste por dicci... capisco...

— Ma ciucilo che ho... ì» poi veramente mio?

- Clic volete dire?

-- Mio padre è morto tormentato dagli scrupoli....

-Mali!...

— Tome si spiega clic (piando Teresina parla a Donato-.e tenta d’invogliarlo..

— Invogliarlo a volervi bene?...

— Quando inette in campo la mia dote lui si fa scuro e non parla più?.’. Non capisco!...

— Capisco io.

— Ha voglia di dirgli, Teresina, che ho una bella dote...

— Bella? — pensò Gennarino: — Brutta come il peccalo!

— Dunque m’odia?...

— Questo no... anzi...

Ma l’altra non rudi va e continuava a dir nello stato febbrile in eu5( era:

— Certe cose uno non le sa bene ma le sente nell’aria... T’arrivano da tutte le parti. E’ come il ronzare dei mosconi... Un ronzìo ti viene di qua, uno di là-.. Nessuno ti ha detto nulla di preciso, ma tutti ti hanno fatto capire qualche cosa... Sci come in un vespaio... Tutti ti pungono, ti pungono...

E di botto si voltò a Gennarino dando nuovamente in pianto.

— Perché ce l’ha con me? Che gli ho fatto io?!

— Con voi. ll0! — disse impietosito il giovane; e nella commozione commise l’ultima imprudenza: — Con voi ll0, non sarebbe giusto; con vostro padre, sissignore...

— E perche, perche?

— Ma io non posso, non posso parlare! — soggiunse l’altro arrabbiandosi per resistere alla bontà del cuore che gli dava 1‘impulso a vuotare il sacco. Da tanto die lo aveva pieno! Sicché questa volta, da un lato si sdegnava ripensando al patrimonio frodato all’amico, e dall’altro l’ira gli era come tenuta sotto lo spegnitoio della pietà che gli destava la fanciulla innocente di tutto... In fondo avevano ragione lo Zio Prete, il Farmacista, il Maresciallo dei carabinieri, che Gennarino non era, come appariva, un poltrone incurante di tutto, tirato sul/’esemplare del Mastro Raffaele: \on te ne incaricò!

Quanto più lui si schermiva tanto più lei gli srtava alle costole.

— Io non posso parlare!...

— E perché?

— Perchè la buonanima...

— I^a buonanima (li papà mio?

— Buonanima?... Proprio cosi!

F. la poverini! «emò, 1« far pinà, portando le mani alle Irmpia e dondolando il capo chino, come se avesse voluto jia-