— Dammi dicci dei tuoi soldi — soggiunse lei, parandogli hi mano dinanzi: — Vado a giuocare per me e Per te, faccia’ mo società... Ti fo vincere di sicuro, perchè tu faresti a perdere con le tasche rotte.
— Donna Francesca, — rispose lui con cosi dolce lamento che l’altra si sentì fendere il cuore — io non ho nè addosso nè altrove nemmeno la croce d’un centesimo!
— Vuoi denaro? — soggiunse subito lei, accostandosi a dirglielo con le labbra all’orecchio.
Gennarino oppose la mano spiegata a ventaglio per respingere l’offerta; e, se avesse saputo di latino, avrebbe certamente esclamato: Vade retro, Satana!
— Quanto t’occorre? — insistè lei, mettendo fuori il portamonete.
Filomena dall’altro lato non istava più alle mosse.
— Scherzate?! — scattò a dire il giovane, che non era un pappataci e teneva a non essere preso per tale da Filomena che J’avrtìbbe riferito a Teresina: — Scherzate?! mangiar pane e cipolla! morir di fame; ma cavar denaro dalle donne, no! manco se Dio onnipotente scende dal cielo a comandarmelo!
— E poi vuoi che non ti si voglia bene! — soggiunse la donna a denti stretti, con bramosia rabbiosa. La qual cosa provava che c’era in lei un fondo d’onestà perchè l’onestà del giovane, più che altro, le metteva addosso tanta fregola di possederlo.
— E sbrigatevi! finitela una volta! Fareste scappare la pazienza a un santo! — gridò la ragazza Questa uscita fece risolvere la Francesca a levarsi di li; ma prima che muovesse ancora il piede s’accostò di nuovo con le turgide labbra all’orecchio del giovane e gli disse rocamente e vibratamente: — Ohi, sai che t’ho da dire? che o ti lasci Voler bene o piglio la spalletta di Genova (e accennò a torsela dai capelli) e con due botte, lesto, lesto, levo dal mondo prima te e poi ine!
— E cosi è destinalo! — concluse rassegnato lui — che ogni buona o cattiva ventura attribuiva unicamente al destino.
Intanto, coinè volle Dio, la donna si mosse, e Gennarino ne accompagnò l’andata con un pensiero non pudicamente formulato; ma che in fondo era questo: — Tu faresti bottega da te, ma con le tue moine fai scappare gli avventori dalla bottega.
La Francesca non era per anco arrivata alla porta che già Filomena afferrava di nuovo con tult’e due le mani i petti della giacca di Gennarino dicendogli:
- Ditemi il perchè! Io voglio sapere il perchè!
Oliale perché? - domandò lui.
— Perchè Donalo mi tratta come la sua peggiore nemica?
Il giovane voltandosi a parlar dall’altm lato, come se ci
fosse slato qualcuno ad ascoltarlo sospirò: - Oie le posso dir