Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/35

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0 tome se In pigliassi uno schioppo e mi dessi la botta in mezzo iil cuore!

E smaniando per amore in parie sincero, in parte ostentato, andò ripetendo a dritta ed a manca: — Io moro! Io moro!

E in ti tasto mentre venne fuori Filomena dalla casa gemendo anche lei: Io moro! lo moro!

— Anche voi? — scattò a dire Gennarino piegandosi nelle gambe e puntando le mani alle rotelle delle ginocchia.

Ed ecco quello che era successo. Dato un’occhiata al quarticino d’agnello, che si rosolava nel forno, passato a rassegna

10 stufalo nella cazzeruola, lo scorfano in guazzetto nel tegame, e tutta una famiglia di polipini che ballavano nella pignatta. Filomena aveva lasciato a Teresina la cura di pestar le mandorle per far la pasta di marzapane e l’era parso milPanni di tornare nella stanza da pranzo. Ivi lo Zio Prete, Oiccillo e Donato s’eran già messi a sedere avendo innanzi allineate le cartelle della tombola. Battitoia, nella sua cavalleria rusticana, aveva tirato da parte la seggiola, per offrirne un’altra fresca pila ragazza; di modo che lei sarebbe capitata a sedere proprio accanto a Donato. Che fortuna!

Ma Donalo, essendo in difetto, era in sospetto: vedendosi guardato dal Prete e da Batlicola, s’era alzato anche lui e, fingendo di cederle anche lui la sua seggiola, era andato a sedere di fronte, dalì’allro lato della tavola.

Per Filomena era stala una botta al core. Andargli dietro sarebbe stato addirittura da sfacciata, e non gliene venne nemmeno il pensiero; ma sentendosi il pianto farle nodo alla gola, aveva messo fuori il pretesto di cogliere il prezzemolo nell’orto, e si era tolta di lì, rapida come era venuta.

C’era da aspettarselo: la Francesca s’immaginò che Filomena piombasse lì nell’orlo accesa in quel modo perchè Gennarino indugiava a seguirla, e da questo equivoco per poco non nacque una lite.

Del fuoco nelle vene Francesca, n’aveva fin troppo: il vino bevuto gliene aggiungeva dell’altro, sicché la gelosia, covata, divampò: e il povero Gennarino n’andò di mezzo, vittima ini.ocente. donna lo afferrò per un braccio spingendolo di fianco e piantandosi di fronte alla ragazza; e questa con l’animo sossopra, bramosa unicamente di parlare di Donato con Gennarino. non badò a nulla, non vide nulla e s’aggrappò a lui, con le mani che sembravano artigli. Per poco, contendendosi

ll giovane, non si misero a fare a tira tira.

— Alla malora? Ohe vi piglia? — urlò lui divincolandosi.

— Donna Francesca — cominciò la ragazza stentatamente, per l’affanno che l’opprimeva — Donna Francesca, se avete core, se vi faccio compassione, lasciate che... che parli un poco con Gennarino.

— Che cosa?... Come hai detto? — rispose lei aggrottando le