Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/33

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Seppe mettersi in lll’ll10 il putire di Domito c spennacchiarlo tome una gallina senza farla gridare. E se quello uon moriva d’un colpo salute a noi, l’avrebbe ridolto senza manco la camitia per andarsi a seppellire!

— So io! so io! -— brontolò il giovane: — Nessuno sa quel lo che so io! il padre di Filomena e il padre di Donato misero insieme la fabbrica....

• — Appunto! — aggiunse la Francesca: — fecero il contratto < he l’uno avrebbe daio i danari e l’altro l’arte....

— Del ladro che era... Lo so, lo so! Mi dispiace d’aver le mani legate! Se potessi parlare! — E il giovane si morse le mani.

— E quando il padre di Donato morì, non giungendo neanche a dire: Madonna aiutatemi! l’altro, quel galantuono del patire della Filomena, fece il repulisti di tutto.... E Donato non sa nulla o non sa lutto...

— Sa, sa! — continuò a dire tentennando il capo Gennari ll0: — Altro se sa!

— E Battitoia ha paura che un giorno o l’altro venga fuori il contratto...

— Già il contratto della società....

— Che ll0ll si trova. ..

— E slido a trovarlo!

— Se si trova, lei, Filomena, senza’ fare, come la bilancia, nc alto nè basso a pigliare la sua dote e metterla intera in mano di Donato... L’anima a Dio e la roba a ehi spetta! Per questo, Batticola, che ha domandato Filomena allo Zio Prete, tanto per trovarsi il passo fatto, poi non gli sta addosso per averla.... Invece le mie trecento lire al mese son sicure, come nella custodia dell’altare... Hai capito?

— Ho capito.

— Ma non basta capire! non lasciarti scappare la fortuna, che poi ti mordi le mani! Io non ho ancora trent’anni, e son di quelle che non vanno per le mani di nessuno!

É diceva il vero, perchè di volponi come Batticola ne aveva una torma d’intorno; ma li teneva a bada, non pensando ad altro che al proprio vantaggio. E nessuno meglio di Gennarino appagava la sua fantasia e rispondeva alle sue vedute; perchè in lui avrebbe trovato un marito più giovane di lei, buono, servizievole, e per giunta, con quegli occhi che la facevano andare in brodo di giuggiole. Ognuno dei suoi vagheggini, lei lo conosceva sorbo; ed aveva innanzi l’esempio di tante altre incappate con certi mariti! In ispecie sua sorella buon’anima, bella più di lei, che prese un fornaciaio, ricco quanto altri mai» ma tale un pezzo da galera da meritarsi il nome di Scampaforca. <’he valse, alla poveretta, d’avere per così dire un bacile d’oro se dentro dovette sputarvi sangue mattina e sera? La Francesca le aveva fatta un’assistenza da madre più che da sorella. ’’ ne aveva smessa da poco il lutto. E fu per rimetterci perfino la pelle, perchè avendola accompagnata a fare i bagni minerali.