Paggena:Rimatori napoletani del Quattrocento.djvu/68

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Dicello aquanti so che noUo sanno
E cho mese da amo se tu non marno
Ne mo ne may dice cola detrane. [1]

Franchisco galioto

Chi se tene fermo sta
Non se rende per pagura
Et se ay mala uentura
Dimmi ad me che me se da.

Nullo tempo no(n) te amay
Ne may uolce [2] che me amasse
Nente cridere che may
Una faua te preczasse [3]
Se lulìbero parlasse [4]
Non serrisse in tanta cura
Et se ai mala ventura
Di(m)me ad me che mo seda.

  1. Ne ora ne mai dice Cola di Traiti; ma della esistenza di que- sraltro, che foiose è anche rimatore, non ho potuto avere alcuna notizia, nemmeno nelle cronache e nelle tradizioni locali e pugliesi.
  2. Voice per volse; intendi volli.
  3. Ti apprezzassi una fava, cioè avessi te in conto di una fava. Intendi: Io non ho mai avuto alcuna stima di te.
  4. Se io parlassi liberamente, tu non saresti tenuto in tanta buona opinione dal pubblico. In altri termini, se la donna, in bocca della quale il Galioto pone questa risposta, avesse detto tutto quello che sapeva del Coletta, cui questo canto certo è indirizzato, il Coletta non sarebbe stato iimato cosi dal pubblico, e for stessa Corte aragonese.