SCENA 14.a
Michele, dal fondo e detti.
Michele.
(in ricca livrea) Comandi, Cavaliere...
Ciccio.
(Compiaciuto a Rafele) Guè! Michele overo fa nu bello effetto!
Gigetto.
(a Ciccio) Ah! signor Francesco, ci ha anche la croce... e non me ne aveva fatto parola... Troppo modesto in verità...
Ciccio.
Eh!., al giorno d’oggi è tale una cosa comune... Trovatemi oggi chi non è cavaliere?
Nenè.
(fingendo parlare con Rafele) Isso!..
Nenè.
(in aria scherzevole) Ah... io parlavo cu zi Rafele di mio cugino... Adolfo, il figlio di vostro fratello Antonio, e zi Rafele appunto mi diceva che nell'ultimo giro fatto per la casa, aveva fatto quasi 35 mila lira di affari, e io tra la sorpresa e la soddisfazione aggio ditto: isso!..
Sasà.
(marcato) Ma, Nenè, di che ti vai occupando ora, di queste cose prosaiche...
Ciccio.
(indispettito, a Nenè) Ma questo non è il momento.
Gigetto.
Eh! ognuno parla di ciò che intende e che gli piace... Canta il guerrier le schiere, le reti il pescator... ecc. ecc. (con enfasi).
Nenè.
(simulando ridere) Ah!.. già., si sà..