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Paggena:Pescatori - Raffaele Viviani - 10 commedie.djvu/5

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ATTO PRIMO


Preludio


Tela.

La scena è sezionata. A sinistra, appare l’interno della baracca peschereccia di Zi’ Austino Caramiello, detto «Cient’anne», costruita da oltre un secolo, con rozze tavole. Dai vetri di un’ampia finestra della parete frontale, dalla porta comune che segue, e da una larga cancellata, aperta nella parete di destra, si scorge indistintamente l’esterno (che occupa l’altra metà del palcoscenico): l’arenile, il mare che lo lambisce a riva e l’orizzonte lontano, a notte: una ventosa notte invernale. Sull’arenile, alcune grosse barche tirate a secco; altre, pronte per essere calate in mare, sono all’estremo limite destro della scena dove s’innalza il traguardo d’un’alta scogliera. In primo piano, nella parete di sinistra della baracca, si apre una porticina che comunica con un secondo vano. Ovunque vi sono reti, nasse, funi, ceste, remi, coffe di giunco, qualche timone in disuso ed altri arnesi da pesca. Pendono dal soffitto a travate un veliero in miniatura ed un lume di bordo che inonda di povero chiarore l’ambiente. Lungo la cancellata un lettuccio di ferro, con una specie di materasso fatto di canne.

Nell'interno, Zi' Austino — un vecchietto rinsecchito e smilzo — è seduto su di una sedia a sdraio da piroscafo, accanto ad un braciere acceso. Intorno al fuoco, coi volti alla fiamma, seggono anche Pascale, detto «’O spasellaro»[1] — un omone sui cinquant’anni — il giovane ’Ndrea detto «Temmone»[2], dal volto affilato ed angoloso, e Gennarino, dello «Ciceniello»[3], che è quasi un ragazzo, e che tra i due compagni che suonano l’uno un mandolino, l’altro una chitarra, va accennando a fior di labbra una canzone marinaresca. Il canto raggiunge l’esterno dove gli altri pescatori — con casacche e berretti di tela cerata — sono intenti a completare il carico degli attrezzi sulle barche, per l’imminente partenza per la pesca. Essi ogni tanto sì fermano però, come incantati dalla voce di «Ciceniello». Seduto su una scranna, al lato esterno della cancellata, v’è Cumpa’ Dummineco. È un uomo di oltre quarantanni, alto, pletorico, ma non privo di un suo fascino. Taciturno, inquieto, pensieroso, anch’egli se ne sta immobile, come in ascolto. Sul lettuccio nella baracca, dorme, semivestito, Cicciariello, col volto affondato nel cuscino.

  1. 'O spasellaro: chi si prende cura delle spaselle. La spasella del pesce è un canestro per deporvi il pesce, di forma bislunga e piccola (Gr.).
  2. Temmone: timone.
  3. Ciceniello: piccolo pesce. Così detti vengono i piccoli di questa specie ancor mancante di squame: confondendovi però pure quelli di altri generi.