PROLOGO
L’Inferno—Plutone e Proserpina in mezzo; le anime dannate a loro intorno; Olào vicino a Pluto.
Scena I.
Olao, Plutone, Proserpina, Furie.
Tutti Del Tartareo regno signore
Perchè sei sí mesto adirato?
Ol. Un insolito duolo turbato,
Ha per certo tuo nobil cor?
Plu. Sí. miei figli, l’angoscia m’opprime,
M’ange l’anima insolito duolo,
Tutti Qui ci vedi per darti consuolo.
Plu. No, ch’è male del mondo di là.
Ol. Parla dunque, un tuo cenno mi basta,
Per punir l’audace baldanza.
Tutti Del mortale l’ardita arroganza,
Ai tuo cenno domata sarà.
Plu. E ben vana qualunque possanza,
Quando trattasi amici di donna,
Un potere dessa ha che assonna,
Dell’Inferno puranco il gran re.
Pros. Basta sposo, gl’insulti son troppi
Che scagliaste sul povero sesso.
Plu. Tutto è poco a coloro che spesso,
Perdon l’uomo con forza e virtù.
Uomini Vendetta scenda sul crudo sesso,
Pera l’iniqua razza malnata,
Spenta sia, distrutta, prostrata.
Maledica il giorno che fu.
Non più pace, nè b^ne essa trovi,
Paghi il fio d’immense sue colpe,
Che si cerchi l’astuzia di volpe
Per punire l’oltraggio crudel.