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Paggena:Nuove poesie e prosa in dialetto materano - Francesco Festa.djvu/3

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Lettore Benevolo,


Il favore col quale accogliesti il saggio di questi componimenti nel 1872 mi danno animo a presentartene una nuova e svariata raccolta.

Delle poesie e traduzioni di allora ho riprodotto in questo volume quelle che ho stimato migliori, meno per convinzione propria, che per omaggio alla pubblica opinione, tralasciando, la Confessione per amore sincero della casta gioventù studiosa, ed il Conte moro per carità veramente sentita del natìo loco. D’altra parte io penso, e tu non potrai non convertire con me, che i cattivi ministri del Signore, come i cattivi amministratori dei popoli sanno abbastanza discreditarsi da per loro, perchè vi fosse bisogno di occuparsene ancora.

Spero che accoglierai ancor più benignamente quest’altro mio lavóro, e che, se non avrai ragione di lode per me, che senza merito non ne pretendo, avrai almeno la coscienza di protestare, se mai in avvenire, scrivendo altri anche in dialetto, lo si vorrà far passare per primo. E dico ciò, perchè mi è accaduto qualche cosa di simile per le Memorie Storiche di Matera stampate nel 1875, e che per taluni non esistevano ancora nel 1882!… Gli adulatori,