Paggena:No grano varva e ccaruso.djvu/19

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. obe ohJacchiarta.) ( aha, la rustica tavola e via ) ’

Caro. Ma cbisto, D. 8tefapino imo, ve fa prò* \prio compromettere.

Sto. Volete che 1* abbandoni? è un povero dia* volo sens* alcun appoggio, e...Noa v’ha . dùbbio che io sono più meschino di lui, ma in me v’ è un pò di eervtllò awstato» » % >

S CE N A V.,.

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. \ D. Fabiano e deUi..

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< • • •lab, ( nel comparire fissa V occhio su Caroli*

• na i ejlìoe fra sè) ( Ecco la stella che vivifica l’intera strada del Molo... qoantp è

  • amabile, quanto è graziosa! ). Buongiorno

Menicbina. Il brio senopreppiù rifulge da’ tuoi begli occhi.

Caro, Mo principiate co li solite coffie.

Fab. No, no, creatura stimabile; tu Jiai pregì .singolarissimi, ed io ti prezzo quanto la mia vita istessa.

Caro, E la soverchia vostra bontà.

Carm. (comparisce dalla baracca) Bacio le ma* ni ali’ ommo de core, a lo guappo D. Fa* brano. -*

$le. $ lo & tesso pratico io con umiliazione e ri* spetto.

Fab. Oh*! in tempo D., Stefanino. Conducetevi in casa di Raimondo; colui che altra Tolta • » • - •

Ste. Comprendo, mi - fece oopiare alcuni suoi conti... sì, sì, subito vi servo, coll*obbligo però di ringranarvi, e raccomandarmi vieppiù alla vostra pietà, qual vero mo*