ATTO PRIMO
Camera di soffitta. In fondo ingresso — Due porte laterali un piccolo comoncino, involino, tre sedie.
SCENA 1.a— Felice poi Cardillo indi Pulcinella.
Fel. E così va la fortuna.... disperato fino agli estremi, e poi innammorato e di chi? di Luisella la portinaia.
Car. Caro Felice io ritorno dopo di aver girato tutta Napoli per vendere quei due libri. Ogni libraio al quale mi presentavo dopo che mi guardava sospettoso come se avesse avuto il dubbio di avere a che tare con un ladro, esaminava i miei libri e li apprezzava non più di sei o sette soldi. Indispettito mi rifiutavo di venderli e passando di libraio in libraio finalmente, ne ho trovato uno onesto che mi ha offerto quindici soldi.
Fel. E come si fa ? Con 15 soldi come faccio a comprare un oggetto di oro alla mia cara Luisella?
Car. Tu pensi a Luisella e non pensi a pagare il padrone di casa che ci ha accordato dilazione per un altro mese.
Fel. E per il pranzo come si fa questa mattina?
Car. Come si fa a pagare i nostri creditori!
Fel. Il caso è disperato.... Intanto ho mandato Pulcinella il nostro servo a fare un po’ di spesa in credenza e nemmeno torna.
Pul. (d. d.) E vattenne a malora tu e lu ciuccione ca si.... Mo piglio lo patrono pe la coda e te lo schiaffo nfaccia.
Fel. Bestia, che dici ?
Pul. Aggio pacienzia ca quanno la capa se ne va io non ragiono cchiù (fuori).
Car. Con chi ti bisticciavi.
Pul. No io non nbasticciavo cu nisciuno.
Fel. Cardillo dice con chi ti altercavi.
Pul. Non me so attaccato, io sto sciuoveto.
Car. Con chi ti contrastavi.
Pul. Ah! e spiegatevi; buono, m’appiccecavo co chillo euriuso de lo servitore de chillo signore ca sta a lu prim-