donna lazzo della scopa in testa poi a Pulcinella lazzo della bastonala sulla schiena).
Fel. Zizi siete contento 1 Cor. Contentissimo (Jra sè) L;aIlare non mi persuade voglio tingere.... Bè Feli io me no vaco.
Fel. Zizi cosi presto.
Cor. Si perchè sino sbaglio o treno... sfatte buono cheste so li 100 lire die te servono nce vedimmo lo mese che trase.
Fel. Zizi quanto vi bacio la mano.
Cor. Grazie, grazie sfatte buono (ria poi torna).
(I 3 scendono dalle sedie e come stanno truccati in un baleno mettono la tavola e parlati do sempre e pieni di allegria si seggono come prima. Prendono una forchettata di maccheroni per ciascuno ma non arrivano a mangiarla che comparisce D. Cornelio il quale guarda ì 3 senza parlare. Cardillo la donna e Pulcinella senza preoccuparsi si alzo no e vanno a situarsi come statue come erano situate prima.)
Fel. (confuso) Zizi le statue stavano facenne colezione.
Cor. Ah ! birbante assassino te voglio !... (per inveire Pul.
Card, e Donna calano c scappono tutti seguiti da Cornelio).
Fel. Zizi fermatevi e perdonatemi.
Cor. Perdonarti nu cuorno.
Fel. Zizi sappiatelo una volta e per sempre, per diventare un ottimo scultore ci vuole la disposizione che io non ho mai avuta ma che per contentarvi sono venuto a studiare in Napoli... Io non saccio fa manco na statuetta de nu soldo e se vi ho mandato quella lettera a chiedervi le 100 lire dandovi a<l intendere di aver fatto tre statue è stato per semplice scopo di pagare i miei flebiti.
Cor. Ebbene?
Pul. Ebbene si vuò fa buono dance nati dine o 300 lire accussi saldammo i nostri creditori e cominceremo a fa diebbete n;auta vota da capo.
Car. Chi è ehisto ?
Fel. Il mio servitore.
Cor. Stu piezzo de lazzarone (lazzi) E ehisto chi è.
Fel. IO un mio compagno di sventure.
Cor. E questa ragazza?
Fel. La, portinaia.
Cor. Non è dunque a nnammuratella de quacche duno de vuie?