Lassame ì dinto a vedà si volle la caudara. via in bottega.
SCENA VI.
Baronessa, e Simone.
Bar. S
imone mio tenco no pasticcio dint’a le budella, che non c’abastarriano diece monnezzare co cuofeno e zappiello pe me lo scippare.
Sim. E perchè?
Bar. Non tenco raauco no grano pe me n’accattare lupine.
Sim. E l’80 mila ducati?
Bar. È stata na mmenzione pe fa sta zitto chillo scrianzato; ma io me moro de famma.
Sim. Oh che brutta parola!
Bar. Se c’è fosse riuscito chill’affare sta notte nella cantina di Elena…
Sim. Ma non ve l’ho detto io ch’era tempo perduto! Abbiamo sfabricata mezza cantina, in terra, sul muro, in tutt’i luoghi, e quel ch’è peggio abbiamo perduto tempo, sonno, e fatiga, senza ricavarne nulla; il denaro non ci sta.
Bar. Si che ci sta, ed io cì scommetterei 40. teste, che ci stia.
Sim. E come lo sapete.
Bar. Me Io disse lo stesso marito di Elena pochi mesi prima di morire.
Sim. Ma perchè nasconderlo in cantina quando aveva la casa dove riporlo?
Bar. Ma non vuoi capire che quel denaro ce lo pose nel tempo che i Briganti andavano dando il sacco alle case… Simone, il denaro là sta, e noi questa notte dobbiamo andar di nuovo a trovarlo.
Sim. E se perdiamo quest’altra notte!
Bar. Pacienza!